giovedì 31 gennaio 2013

Polizia Stradale- Sezione Alessandria - Esito Riunione 31 Gennaio

Si è tenuta nella mattinata odierna la riunione con il Dirigente della Sezione della Polizia Stradale di Alessandria, per verificare il rispetto agli Orari di Servizio.

Nessun sindacato ha mosso obiezioni, ma la CONSAP Alessandria ha voluto sottolineare la carenza di equipaggiamento che soffrono alcuni Operatori della Sezione, sopratutto per quanto riguarda le specifiche calzature in dotazione ai Pattuglianti, i c.d. "centauri" , molto importanti al fine di prevenire infortuni sul lavoro.

La Dottoressa Listante, Dirigente della Sezione, ha riconosciuto l'importanza del rilievo e si è impegnata a seguire personalmente l'iter burocratico per l'assegnazione delle calzature, assicurando a questa Organizzazione Sindacale che a brevissimo il problema sarà risolto.

leggi il verbale


giovedì 10 gennaio 2013

PENSIONI - ULTIMISSIME INPS

Direzione Centrale Previdenza
Roma, 10-01-2013
Messaggio n. 545

OGGETTO:
Adeguamento, a partire dal 1° gennaio 2013, agli incrementi della speranza di vita dei requisiti per l’accesso al pensionamento del
personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso
pubblico.

Premessa

L’articolo 24, comma 18, del D.L. 201/2011 convertito con modificazioni dalla legge 214/2011, ha previsto l’adozione di un regolamento di armonizzazione allo scopo di assicurare un processo di incremento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento anche per il personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico per il quale sono previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell'assicurazione generale obbligatoria.

Poiché tale regolamento ad oggi non è stato emanato, per detto personale continuano ad applicarsi i requisiti pensionistici vigenti, i quali, tuttavia, sono soggetti, a decorrere dal 1° gennaio 2013, all’adeguamento agli incrementi della speranza di vita nei termini che di seguito si specificano.
I commi da 12-bis a 12-quinquies dell’articolo 12 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, hanno disciplinato gli adeguamenti alla speranza di vita dei requisiti per l’accesso al pensionamento, in attuazione a quanto previsto dall’articolo 22-ter della legge 3 agosto 2009, n. 102; in particolare, il comma 12-quater ha previsto l’adeguamento dei requisiti (inizialmente esclusivamente quelli
anagrafici) alla speranza di vita anche nei confronti del personale ppartenente ai comparti indicati in oggetto nei quali sono ricompresi: il personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) nonché il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L’articolo 24, comma 12, del D.L. 201/2011 convertito con modificazioni dalla legge 214/2011, ha modificato, tra l’altro, il citato comma 12-quater della legge n. 122/2011 nella parte in cui prevedeva l’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita esclusivamente ai requisiti
anagrafici.
Con la modifica introdotta, pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2013 l’adeguamento agli incrementi della speranza di vita si applica ai requisiti anagrafici e, qualora l’accesso al pensionamento avvenga a prescindere dall’età, a quello contributivo previsto per il diritto al trattamento pensionistico.
Di seguito sono specificati i nuovi requisiti per l’accesso al pensionamento vigenti a decorrere

dal 1.1.2013 e fino al 31.12.2015
.
1. Adeguamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia si consegue al raggiungimento dell’età anagrafica massima prescritta dai singoli ordinamenti, variabile in funzione della qualifica o grado, congiuntamente al requisito contributivo previsto per la generalità dei lavoratori.
Preliminarmente occorre evidenziare, anche in risposta ai numerosi quesiti pervenuti, che, come confermato dal Dipartimento della Funzione pubblica, dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero dell’economia e delle finanze, il collocamento a riposo d’ufficio, a decorrere dal 1° gennaio 2013, continua ad avvenire in corrispondenza dell’età massima per
la permanenza in servizio, così come fissata dai singoli ordinamenti e non adeguata agli incrementi della speranza della vita, nell’ipotesi in cui al compimento di detto limite di età risultino già soddisfatti i requisiti prescritti per il diritto a pensione.
Pertanto, resta confermato il principio generale, già esplicitato nella circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 2/2012, secondo il quale il datore di lavoro pubblico deve far cessare il rapporto di lavoro o di impiego con il dipendente medesimo raggiunto il limite di età previsto dall’ordinamento di appartenenza quando al raggiungimento di detto limite il dipendente sia in possesso dei requisiti per il diritto al trattamento pensionistico, fermo
restando che, ove la decorrenza della pensione non sia immediata, il dipendente deve essere mantenuto in servizio fino all’accesso al trattamento pensionistico (c.d. finestra).
Per contro, qualora il dipendente raggiunga il limite di età previsto in relazione alla qualifica o al grado di appartenenza nel 2013 e non abbia, a tale data, già maturato i requisiti previsti per la pensione di anzianità, il requisito anagrafico previsto per l’accesso al pensionamento di vecchiaia deve essere incrementato di
3 mesi.
Resta, in ogni caso, fermo il regime delle decorrenze introdotto dall’articolo 12, commi 1 e 2
della legge n. 122/2010 (c.d. finestra mobile).

2. Adeguamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità

Per effetto dell’adeguamento agli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015 l’accesso al pensionamento anticipato avviene con i seguentirequisiti:

- raggiungimento dell’anzianità contributiva di
40 anni e 3 mesi, indipendentemente dall’età;
- raggiungimento di un’anzianità contributiva non inferiore a
35 anni e con un’età di almeno 57 e anni e 3 mesi;
- raggiungimento della massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’80%, a condizione essa sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 2011 (attesa l’introduzione del contributivo pro-rata dal 1° gennaio 2012), ed in presenza di un‘età anagrafica di almeno
53 anni e 3 mesi.

Anche per le pensioni di anzianità resta fermo il regime delle decorrenze previsto dall’articolo 12, comma 2 della legge n. 122/2010.
In merito si rammenta che nel caso di accesso alla pensione con il requisito dei 40 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica (adeguato, come detto, agli incrementi della speranza di vita a partire dal 1 gennaio 2013), occorre tenere presente che l’accesso al trattamento pensionistico subisce, rispetto ai 12 mesi di finestra mobile, un ulteriore posticipo di un mese per requisiti maturati nell’anno 2012, di due mesi per requisiti maturati nell’anno 2013 e di tre mesi per i requisiti maturati a decorrere dal 2014 (art.18, comma 22 ter, del decreto legge 6 luglio 2011, n.98, convertito in legge 15 luglio 2011, n. 111).

Il Direttore Generale
Nori

COMMISSIONE I - AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI - AUDIZIONE RAPPRESENTANTE CONSAP

Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato e di rappresentanti del COCER dell'Arma dei carabinieri e del COCER del Corpo della guardia di finanza:
COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui recenti fenomeni di protesta organizzata in forma violenta in occasione di manifestazioni e sulle possibili misure da adottare per prevenire e contrastare tali fenomeni, l'audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato e di rappresentanti del COCER dell'Arma dei carabinieri e del COCER del Corpo della guardia di finanza.
Sono presenti rappresentanti del COCER dell'Arma dei Carabinieri e del Corpo della guardia di finanza; rappresentanti delle seguenti organizzazioni sindacali della Polizia.
GIANCARLO VITELLI, Rappresentante della CONSAP. Buongiorno, signor presidente, e grazie dell'invito.
Andiamo subito al punto focale che lei, Presidente, ha prima richiamato. La CONSAP è contraria ai codici identificativi sul casco in quanto, a nostro avviso, diventerebbe un formidabile strumento di ritorsione cieca e gratuita. Esempi non mancano. Citerò gli ultimi due che hanno avuto una cassa di risonanza nazionale sui mezzi di comunicazione di massa.
Uno è il caso mandato in onda dalla trasmissione Chi l'ha visto? di colleghi ingiustamente e vigliaccamente additati al pari di una sottospecie umana per aver portato via un povero bambino alla madre, quando la situazione era ben diversa e vedeva, tra l'altro, la presenza sul posto di psichiatri e assistenti sociali inviati direttamente dal giudice, unitamente alla presenza del papà del bambino; l'altro è il caso dei lacrimogeni sparati dal Ministero della giustizia, immediatamente strumentalizzato dei quotidiani.
Purtroppo, in una logica di guerriglia urbana, la manganellata in più può scappare. Ovviamente, gli eccessi sono sempre e comunque da condannare, ma riteniamo che la marchiatura sul casco non sia una strada percorribile in quanto c'è un deficit di legiferazione in materia di ordine pubblico. Mancano, per l'appunto, alcune norme essenziali in materia di ordine pubblico, come l'arresto differito.
Inoltre, onestamente, crediamo di aver sempre avuto il numero di codice, signor presidente, e sono i 160 anni di storia patria al servizio del Paese sul terreno della sicurezza pubblica, del soccorso e della solidarietà. Questo è il nostro codice identificativo.
Vogliamo, invece, proporre come sindacato, nell'ottica di svelenire il clima di contrapposizione e di conflitto che si è creato, un esercizio elementare di democrazia. In tutta Europa le grandi manifestazioni di massa si dirigono verso le sedi del Governo, del Parlamento; così ad Atene, piazza Syntagma, così a Madrid, così a Londra. È naturale perché il popolo, ovviamente, manifesta contro il Governo, contro il potere: perché in Italia dovrebbe essere diverso? È un diritto elementare praticato in tutte le capitali del mondo.
Nel momento in cui tutti ci criminalizzano e ci accusano, noi proponiamo l'accesso libero alle vie e alle piazze adiacenti i palazzi delle istituzioni affinché i manifestanti possano liberamente esprimere il loro dissenso - ovviamente in forme civili, senza scudi o caschi di sorta - sotto le finestre dei rappresentanti del popolo. Del resto, non si può rifiutare ciò che si concede nel resto d'Europa.
Mossi da un reale spirito e da un atteggiamento democratico, non vogliamo sentir parlare di arresti preventivi di ventennale memoria, e siamo invece convinti che l'unica strategia possibile sia il dialogo tra le parti. Il dialogo, infatti, è una strategia.
Siamo preoccupati, signor presidente, perché ogni giorno tocchiamo con mano, nelle sue varie forme, le umiliazioni e le demotivazioni che serpeggiano tra il personale, con il suo corredo di annunci e smentite in ordine alle varie problematiche che ancora sono aperte nel nostro comparto. Percepiamo immediato il rischio di questo magma incandescente di rabbia, protesta e voglia di cambiamento essendo le forze dell'ordine, per loro stessa definizione, un termometro sufficientemente preciso dell'innalzamento della temperatura in ordine ai conflitti sociali che si determinano nel Paese.
Vorremmo evitare, signor presidente, per non ricadere negli errori del passato, di essere il solito calderone in cui tutte le pulsioni confluiscono. Non ci piacciono le dietrologie, ma una tecnica ben consolidata nel nostro Paese. È dietro le contrapposizioni totali tra «poveri cristi» che si consolidano gli apparati di potere, siano essi economici, finanziari e politici.
Intravediamo certi disegni di continuità col passato e che ancora oggi continuano a essere funzionali a un certo tipo di sistema. Diversamente, come spiegarsi tutta questa rabbia, questo livore nei confronti delle forze dell'ordine? Servono forse un altro Antonio Marino o un altro collega Annarumma, da una parte, e, magari dall'altra, un Ovidio Franchi o un Alfio Tondelli? Mi riferisco, in particolare, ai fatti di Reggio Emilia del luglio del 1960, così come a quelli di Avola, in Sicilia, del dicembre del 1968, che furono storicamente alla base della saldatura tra lotte di operai e studenti.
Ecco perché siamo preoccupati. Ci sono troppe similitudini con pagine drammatiche della storia del nostro Paese in quanto le grandi manifestazioni studentesche cariche di rabbia sociale, le nostre cariche e la possibile saldatura come in passato della mobilitazione studentesca con il movimento operaio, primo poi innescherà un'esplosione sociale.
Noi siamo dei semplici poliziotti, abbiamo giurato fedeltà allo Stato in quanto democratico e legalitario, non siamo schiavi o servi di politici di destra o sinistra e siamo al servizio soltanto della legge e dei cittadini.
L'altra proposta che vogliamo avanzare - vogliamo annunciarlo in quest'Aula benché non sia la sede appropriata, ma a cui riconosciamo un tocco di sacralità - sempre nell'ottica, come dicevo, del dialogo da ricercare, la richiesta di essere convocati quanto meno alla vigilia di grandi eventi di massa come rappresentanze sindacali, unitamente ai rappresentanti sindacali, ovviamente, delle confederazioni sindacali di CGIL, CISL, UIL presso il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Questo è, infatti, come recita la legge n. 121 del 1981, un organo consultivo la cui composizione, oltre al questore, al comandante dei Carabinieri e altri, è allargabile anche a soggetti estranei alla stessa amministrazione.
In questo modo, all'azione sindacale riconosciamo un valore concreto in termini morali, etici e sociali, proiettato a svilire sempre la guerra e quell'odio che serpeggiano e che troppo spesso è vomitato a dosi massicce nei confronti di uomini che sono lì a difendere e garantire le libertà costituzionali

mercoledì 9 gennaio 2013

ORDINE PUBBLICO, ORGOGLIOSAMENTE AL FIANCO DEI REPARTI MOBILI MA …

SEGRETERIA NAZIONALE CONSAP                                             ROMA

e, p.c.:


SIG. PREFETTO
DELLA PROVINCIA DI                                                                   ALESSANDRIA

SIG. QUESTORE
DELLA PROVINCIA DI                                                                   ALESSANDRIA

SIG. DIRETTORE
SCUOLA ALLIEVI AGENTI DELLA POLIZIA DI STATO              ALESSANDRIA


            In questo periodo di turbolenze politico - sociali i servizi di Ordine Pubblico stanno divenendo sempre più frequenti e sempre più turbolenti.
            Non a caso, il Dipartimento della P.S. ha meritoriamente attivato uno specifico “ Centro di formazione per la tutela dell'ordine pubblico", dove vengono addestrati gli Operatori del Reparto Mobile che svolgono il loro delicato compito muniti di una specifica uniforme, dotata di protezioni ed accorgimenti atti a  tutelarne l’incolumità.
            Come è noto, accanto a questi Operatori specializzati dal suddetto Centro, vengono quasi sempre schierati Poliziotti provenienti dalle realtà territoriali i quali ,oltre a non essere stati specificatamente formati per questo genere di eventi, sono comandati di servizio in divisa ordinaria. Tale divisa non offre protezione alcuna e limita fortemente la libertà di movimento, inoltre le calzature di ordinanza non consentono la corsa veloce e non possiedono requisiti antiinfortunistici Va da sé che tale abbigliamento mette già di per se gli Operatori in una situazione di rischio.
            Questa Segreteria Provinciale CONSAP chiede che questa problematica che coinvolge la sicurezza degli Operatori di Polizia, sia portata ancora una volta in evidenza ai vertici del Dipartimento al fine di garantire almeno l’equazione:

STESSO SERVIZIO = STESSO EQUIPAGGIAMENTO
                                                                                             
Alessandria , 8 Gennaio 2013



IL SEGRETARIO GENERALE PROVINCIALE
- Dr. Fabrizio RICCI –

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martedì 8 gennaio 2013

177° Corso Polizia di Stato - Finalmente in arrivo il pagamento indennità di Missione e OP

Fonti di questa Segreteria CONSAP hanno comunicato che FINALMENTE verranno liquidati gli emolumenti spettanti ai Frequentatori del 177° Corso svolto presso la Scuola Allievi Agenti di Alessandria.

domenica 6 gennaio 2013

SOLIDARIETA' : DONIAMO IL SANGUE A FAVORE DEL COLLEGA DE VINCENTIS GRAVEMENTE FERITO A CAPODANNO.

Il collega Antonio DE VINCENTIS barbaramente ferito a Capodanno a seguito di intervento ha bisogno di sangue. Dopo lo sdegno per la bestiale aggressione  e la soddisfazione per l'arresto di quelle quattro canaglie, ora dobbiamo tutti insieme fare un gesto di concreta solidarietà : andiamo tutti a donare il sangue. In allegato la circolare della Questura di Roma con tutte le informazioni utili.


http://www.consapnazionale.com

sabato 5 gennaio 2013

Vincitori senza premio.....

Il racconto di un poliziotto che ha vinto il concorso sei anni fa e non ha mai indossato la divisa

I fondi dello Stato Italiano? Vengono sperperati per vendere false illusioni nei concorsi per entrare nella Polizia di Stato”.
Gaetano Martorana è un poliziotto senza divisa. Ha partecipato al concorso nel 2006 per entrare nella Polizia di Stato, lo ha vinto ma non ha mai indossato neppure per un giorno l'uniforme del poliziotto.
Ventisette anni, originario di Agrigento, Martorana è il rappresentante della 2° Aliquota della Polizia di Stato ovvero di quel gruppo di 1.700 uomini e donne che sono in attesa da quasi 6 anni di essere chiamati a ricoprire il ruolo per il quale hanno vinto il concorso: il poliziotto.
Intanto, però, per "ingannare" l'attesa di una eventuale chiamata, sia lui che gli altri quasi duemila ragazzi, sono stati ceduti "in prestito" alle Forze Armate. Così prevede la legge.
“Io presto servizio dal 2009 nell’Esercito e il mio contratto, della durata di 4 anni si esaurirà a fine 2013 – continua Martorana – poi sarò un vero e proprio disoccupato e sarò costretto a rimanere a casa, nonostante il mio concorso vinto. Stesso destino spetterà agli altri vincitori che sono stati parcheggiati presso le altre Forze Armate: Marina Militare, Aeronautica o come me, Esercito”.
Ma secondo il racconto del poliziotto della 2°Aliquota della Polizia di Stato, la vergogna sarebbe un’altra.
“Dopo il concorso del 2006 e gli esuberi di poliziotti che lo Stato non è riuscito ad assorbire immediatamente, il Ministero ha pensato di indire un nuovo concorso questa volta per 907 persone. Anche in questa occasione, non tutti i vincitori sono riusciti ad entrare e molti di loro, come nel concorso precedente, sono confluiti all’interno della 2°Aliquota. - prosegue. A questo punto molti di noi hanno pensato che non ci sarebbero più stati bandi fino alla completa assunzione di tutti i vincitori e quindi all’esaurimento dell’aliquota. Ma il Ministero è tornato a sorprenderci”
“Utilizzando i fondi stanziati per l’assunzione dei vincitori dei bandi precedenti, quindi per tutti noi - continua Martorana – sono stati indetti altri due concorsi rispettivamente per 1.600 e 2.800 posti. Una vera e propria vergogna perché così facendo si sono sperperati soldi pubblici e create nuove e false illusioni a coloro che vi hanno partecipato vincendolo”.
Ma all’amarezza di un poliziotto che il poliziotto non fa, si aggiunge la beffa.
“Nell’ultimo concorso, quello da 2.800 posti, spinti dalla disperazione hanno partecipato per la seconda volta moltissimi dei poliziotti dell’Aliquota, dunque poliziotti che avevano già vinto il concorso, e alcuni di loro sono riusciti finalmente ad entrare. Molti altri, invece, sono nuovamente finiti, per la seconda volta, da dove erano venuti: dall’Aliquota”.
La maggior parte dei 1.700 poliziotti della 2°Aliquota che attualmente prestano servizio presso le Forze armate, sono rimasti a casa per due anni, dopo aver vinto il concorso e incredibilmente, a loro non spetterebbe niente.
“Nei 24 mesi "di attesa" ovvero nei due anni a completa disposizione dello Stato, lo Stato stesso non ci ha riconosciuto né l’anzianità, né una retribuzione, se pur minima, e neanche siamo stati inquadrati a livello previdenziale. Insomma noi siamo a tutti gli effetti “poliziotti” ma non esistiamo neanche per lo stesso Stato che stiamo servendo - continua lo sfogo di Martorana- tra i vincitori del concorso in Polizia, Finanza e Carabinieri siamo in 4 mila ad indossare una divisa che non è la nostra. Siamo un vero e proprio “esercito in prestito” senza in nostro posto. Centinaia di poliziotti che hanno vinto il concorso, adesso fanno i camerieri in Marina o in Aeronautica”
“I cittadini ci vedono per strada con indosso una tuta mimetica ma non sanno che in realtà noi siamo poliziotti”, conclude Gaetano Martorana.




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